Dalek: l'occhio intelligente che non perde mai di vista gli UFO/UAP.
Mentre il mistero degli “UAP” (fenomeni aerei non identificati) rimane irrisolto, un nuovo approccio sta facendo scalpore negli ambienti scientifici.

Dalek è una telecamera autonoma e intelligente progettata per osservare il cielo 24 ore su 24 senza pregiudizi o immaginazione.
Il nome non è stato scelto a caso: come i nemici robotici della serie Doctor Who, i Dalek, questo dispositivo di sorveglianza si ispira alla fantascienza per sottolineare la sua natura scientifica.
Ma non preoccupatevi: qui non si cacciano alieni. Il progetto si basa su un sottile equilibrio tra innovazione tecnologica, rigore metodologico e cautela nell'interpretazione dei risultati.
Una “sentinella del cielo”
Il sistema Dalek, sviluppato dai ricercatori del Galileo Project (Harvard), assomiglia a un emisfero ricoperto di lenti. Otto telecamere a infrarossi montate su un emisfero scansionano il cielo in tutte le direzioni, mentre una nona telecamera riprende in luce visibile. Installato presso l'Osservatorio Whitin nel Massachusetts, il sistema Dalek ha un obiettivo semplice: vedere tutto, sempre, senza battere ciglio. Trasmette ciò che vede a un'intelligenza artificiale integrata che rileva, traccia e classifica automaticamente ogni oggetto.
L'Intelligenza Artificiale al servizio del metodo scientifico
L'algoritmo di Dalek è addestrato a riconoscere obiettivi noti (aerei, droni, uccelli e satelliti) e a segnalare qualsiasi traiettoria o segnale che non rientri in queste categorie. Durante cinque mesi di test, sono state registrate oltre 500.000 traiettorie, di cui il 16% è stato classificato come atipico. Dopo la revisione degli esperti, sono rimasti non classificati 144 casi.
Verso una rete di osservazione globale
Due nuovi Dalek si uniranno presto al prototipo del Massachusetts, uno in Pennsylvania e l'altro in Nevada. Triangolando le loro traiettorie, sarà possibile stimare con precisione le dimensioni, la velocità e l'altitudine degli oggetti. In definitiva, Dalek potrebbe essere integrato in una stazione di studio multi-sensoriale (suono, radio, spettro visibile), formando una piattaforma aperta per la sorveglianza scientifica del cielo.
L'innovazione al servizio della conoscenza
Dalek non cerca di confermare teorie sulla vita extraterrestre: mira a rendere misurabile l'ignoto. Combinando sensori termici, intelligenza artificiale e big data, il progetto offre un metodo rigoroso per identificare cose che non corrispondono a nulla di conosciuto. E se un giorno dovesse apparire un oggetto davvero inspiegabile, la scienza avrebbe i dati necessari per studiarlo, senza credere, ma con comprensione.
Il progetto Dalek illustra perfettamente l'alleanza tra innovazione strumentale, metodo scientifico rigoroso e cautela interpretativa. Grazie all'utilizzo di sensori a infrarossi a campo largo e algoritmi di intelligenza artificiale all'avanguardia, dimostra che è possibile osservare il cielo con una precisione senza precedenti e senza pregiudizi umani. Tuttavia, lontano da qualsiasi ricerca sensazionalistica, Dalek si basa su protocolli rigorosi: ogni anomalia viene sistematicamente verificata, tutti i dati sono accessibili e le conclusioni vengono tratte solo dopo un'analisi approfondita. Questo modello di ricerca, incentrato sulla misurazione e la riproducibilità, getta le basi per uno studio serio degli UAP, in cui i fenomeni vengono interpretati solo dopo essere stati accuratamente quantificati e convalidati.
«Prima osservare, poi interpretare: questo è il motto del Progetto Galileo.»
— Avi Loeb, astrofisico, Progetto Galileo

Verifica della traduzione dall’inglese di Piero Zanaboni