L’eurodeputato Guerreiro sugli UAP: “Le istituzioni, specialmente quelle militari, hanno prove chiare della loro esistenza”
Il 27 febbraio, il membro del Parlamento Europeo Francisco Guerreiro ha parlato con Sentinel News riguardo il discorso che ha tenuto sugli UAP durante la sessione plenaria del 5 febbraio.
Come riportato per primo da Sentinel News, l’eurodeputato Guerreiro ha tenuto un discorso sugli UAP (“Unidentified Anomalous Phenomena”, meglio noti come UFO) nella sessione plenaria del Parlamento Europeo, sollecitando la Commissione Europea ad armonizzare i meccanismi di segnalazione e raccolta dati sugli UAP. Nel corso dell’intervista, ha spiegato che: “non salterei a conclusioni affrettate riguardo ciò che questi UAP potrebbero essere”:
Direi solo che ci sono prove sempre più evidenti che non si riesce a capire alcuni dei fenomeni che accadono nel nostro spazio, nella nostra aviazione civile e anche nei nostri mari. Ecco perché penso che dovremmo avere un approccio molto scientifico su questo argomento, anche evitando le sciocchezze che a volte scaturiscono da queste tematiche.
Riguardo alle prove evidenti sugli UAP, ha aggiunto:
Le istituzioni, in particolare quelle militari, hanno prove chiare sulla loro esistenza, ci sono infatti diversi filmati video ed alcune informazioni non sono nemmeno disponibili.
Sul modo in cui l'Unione Europea si occupa degli UAP, l’eurodeputato Guerreiro ha dichiarato:
Per quanto ne so, sono il primo membro del Parlamento Europeo a sollevare la questione; e ho formulato tre domande alla commissione riguardo a tale argomento.
Sul perché abbia parlato apertamente di ciò ha inoltre affermato:
Penso che la prima porta sia stata aperta, quella di discutere pubblicamente l'argomento all'interno del Parlamento Europeo. Le istituzioni dell'UE hanno ora un membro, un ente che parla dell'argomento UAP e questo, dal mio punto di vista, può diminuire l'ansia o lo scetticismo di alcuni cittadini o istituzioni riguardo a tale argomento.
Ha ulteriormente aggiunto:
Non c'è alcun dibattito su questo argomento probabilmente, e presumerei che ciò sia dovuto allo stigma associato al fenomeno UAP.
Sono a conoscenza - da diverse riunioni che ho avuto con istituzioni, con cittadini e con professionisti anche di altri settori della società - che questa è una preoccupazione per alcuni; c'è sempre infatti la paura di ripercussioni perchè c'è sempre una sorta di stigma associato agli UAP.
Ho parlato con molte persone che sono coinvolte in questo argomento e sono molto credibili.
So che alcuni eurodeputati sono curiosi, hanno diverse domande, ma per ora, a causa delle circostanze, non sono disposti a proseguire e a portare avanti questo dibattito.
Secondo l’eurodeputato Guerreiro, uno dei principali problemi che il tema UAP sta affrontando è che “la raccolta dei dati non è armonizzata all’interno dell’Unione Europea”:
Non siamo una Federazione e quindi ogni Stato membro può agire a modo suo: per esempio, se si guarda dal punto di vista militare, ognuno riceve i dati e li gestisce come desidera. C'è una sorta di cooperazione attraverso i militari, ma non abbiamo un esercito federale, per così dire. Quindi abbiamo una collaborazione tra gli Stati membri, siamo integrati nella NATO, ma non c'è una chiara collaborazione nella Comunità Europea sul fenomeno UAP.
C'è un regolamento (UE n.476/2014) che già si riferisce alla raccolta dei dati, ma non ci sono dati effettivi sugli UAP, o se ci sono, sono così pochi che non emergono, ad esempio, come un problema di sicurezza. Ma di nuovo, ciò è in qualche modo contraddittorio con quello che alcuni piloti hanno già riferito, avendo segnalato alcuni eventi significativi e penso che ci siano delle discrepanze nella segnalazione.
Uno degli argomenti più interessanti sollevati da Guerreiro riguardava l'aspetto democratico del dibattito sugli UAP:
Se si guarda attraverso una lente democratica e questa è una tecnologia creata dall'uomo, questo pone profonde questioni su come questa tecnologia venga effettivamente utilizzata: se principalmente per scopi militari, se per sorveglianza, se per altri obiettivi, e non per affrontare davvero la sfida che abbiamo, come società, per combattere il cambiamento climatico, trovare nuove fonti di energia più pulite, aiutare a costruire una società più democratica che riduca le disuguaglianze e che abbia i principi e i valori della trasparenza incorporati nei gruppi politici che collegano le istituzioni politiche.
Riguardo il rischio politico che affronta trattando apertamente gli UAP, Guerreiro ha notato:
Penso che se sei un politico e non hai il coraggio di difendere le tue posizioni, in primo luogo non dovresti averle; quindi terrei questa posizione, anche se mi stessi candidando di nuovo.
Preferirei avere un solo voto di un cittadino che supporta davvero le mie idee, il mio problema, il percorso che sto prendendo.
Sul modo in cui i cittadini europei potrebbero sostenere una legge sugli UAP, ha spiegato:
Ogni volta che una legge viene redatta dalla Commissione Europea, c'è un periodo in cui cittadini, le ONG, le istituzioni, le aziende e chiunque sia interessato, possono commentare. Per esempio, ho notato che nella legge europea sullo spazio, c'era un gruppo che parla di UAP, la coalizione UAP dei Paesi Bassi.
Questo è anche una specie di “marcia indietro”, perché dobbiamo essere molto trasparenti - possiamo migliorare, ovviamente, ma abbiamo un buon sistema di tracciamento sulla legislazione. E quindi abbiamo visto che c'era un commento di questa istituzione riguardo la legge europea sullo Spazio.
Poi si possono avere incontri con gli eurodeputati e parlare con loro, così come con i rappresentanti della Commissione Europea, ma direi che la cosa più semplice è contattare i membri del Parlamento; se si ha un gruppo per esempio, io sono dei verdi ma si può essere liberale o socialdemocratico o conservatore o qualunque altra cosa, e parlare con quelli con i quali ci si sente più vicini e interrogarli.
Se stanno facendo qualcosa, se sono interessati all’argomento, si può cercare di costruire delle alleanze; si possono anche fare alleanze tra istituzioni che hanno già parlato di questi argomenti e gli eurodeputati; ci sono molti percorsi che i cittadini possono seguire per migliorare ulteriormente i dibattiti intorno a questo argomento.
L'intervista si è conclusa sulle diverse possibili origini degli UAP e sulle loro implicazioni sociologiche:
Dico supponiamo, perché stiamo facendo alcune conclusioni molto affrettate; quindi lasciatemi essere chiaro, supponiamo che ciò sia qualcosa di non umano, questo potrebbe aprire la porta alla riflessione su tutta l'umanità e sul nostro ruolo nell'universo.
Le considerazioni che potremmo fare, se questa tecnologia non umana fosse stata in qualche modo recuperata, effettuata dell’ingegneria inversa (“reverse engineering”), e che venisse ora testata da alcuni governi, è che ciò porrebbe un serio approccio morale e nazionale, in quanto, specialmente in quei paesi, i cittadini sono stati a lungo ingannati.
Se stiamo lentamente rendendoci conto che non siamo soli al mondo, sembra molto, ma molto irrazionale nascondere tale informazione al pubblico.
E penso che, come cittadini, dovremmo avere dibattiti chiari su qual è il ruolo dell'umanità nel mondo; sento che su questo argomento, come su ogni argomento, i cittadini dovrebbero essere informati.
Penso che questo sia un miglioramento della nostra percezione delle istituzioni democratiche, della trasparenza e del metodo scientifico. Poi di nuovo, per me, questo è un approccio molto scientifico; questo alla fine può essere solo un’arma fumante con molte prove che vanno in una direzione - oppure niente. Come sembra, secondo i professionisti, c’è qualcosa; quanto profonda sia la tana del coniglio, non lo sappiamo. Ecco perché abbiamo bisogno di più dati, di più scienza, di più dibattiti pubblici, per mantenere il tutto il più scientifico e basato sui fatti possibile.
Traduzione Piero Zanaboni
Questo lavoro è concesso in licenza CC BY-NC-ND 4.0