L'uso di una nuova combinazione di radar potrebbe migliorare la rilevazione degli UAP
Considerate una delle migliori prove scientifiche possibili della presenza di UAP nell'atmosfera, le tracce radar sono tuttavia raramente disponibili al pubblico.
Mitch Randall, fisico e ingegnere elettronico, spera di risolvere questo problema.
I radar funzionano come strumenti dell'eco: emettono un'onda elettromagnetica che viene riflessa da un oggetto, formando un'eco e un'antenna lo registra.
Misurando il tempo che intercorre tra l'emissione del segnale e la ricezione dell'eco, è possibile misurare la distanza dell'oggetto. Inoltre, misurando la variazione di distanza tra due ricezioni eco, è possibile determinare la velocità dell'oggetto.
Tuttavia, perché questo funzioni, l'oggetto deve essere più lento della capacità (“sweep”) del radar; altrimenti, l'oggetto apparirebbe semplicemente come un puntino che scompare.
I radar meteorologici, con i loro lunghi tempi di scansione, non sono adatti a rintracciare gli UAP, anche se i loro dati sono pubblicamente disponibili. Il controllo del traffico aereo utilizza radar attivi, ma per ragioni di sicurezza del volo i dati non sono accessibili al pubblico. Inoltre, dato il volume dei voli, questi dati non vengono conservati se gli incidenti non vengono segnalati.
Dalla seconda guerra mondiale e dall'uso di finestre (“chaff”) per modificare i segnali radar degli aerei, è in corso una battaglia tra l'aumento della capacità dei radar da un lato e lo sviluppo di tecnologie “stealth” dall'altro. Questa dicotomia, volta a ridurre o manipolare l'eco in caso di scansione radar, continua ancora oggi.
I primi radar passivi furono presentati nel 1935 durante l'esperimento Davenport, quando un bombardiere fu rilevato a 12 km di distanza dalla riflessione delle onde dell'emettitore radio BBC sulla sua fusoliera. Questo tipo di configurazione, con il trasmettitore in un luogo e il ricevitore in un altro, è nota come “bi-statica”. Il termine “passivo” si riferisce all'utilizzo di una fonte di radiazioni di terzi per fornire l'onda elettromagnetica a sua insaputa.
Già nella Seconda Guerra Mondiale, il radar passivo veniva utilizzato dalle truppe tedesche per osservare le coste britanniche, utilizzando i segnali elettromagnetici britannici contro i propri aerei.
Poiché il radar passivo non emette un impulso elettromagnetico, non ha una risoluzione temporale, ma fornisce una firma continua dell'oggetto. Il segnale deve quindi essere notevolmente raffinato prima di poter essere utilizzato, ma in questo modo i dati radar sono disponibili a un costo molto basso.
Il progetto di Mitch Randall, soprannominato SkyWatch, è di raccogliere fondi per sviluppare questa soluzione specifica per la ricerca degli UAP. Sul suo sito web si legge:
Anche altre tecnologie esistenti danno vita a SkyWatch, ma richiedono una progettazione professionale specifica. Queste includono l'ingegneria fisica dei ricevitori radar, il filtraggio del segnale e l'elaborazione dei dati e la creazione di un'interfaccia utente - la mappa animata che visualizza le informazioni sugli oggetti trovati da SkyWatch. Un'applicazione mobile associata sfrutterà i dati di SkyWatch per avvisare i partecipanti in modo che possano essere pronti a catturare video di oggetti anomali in avvicinamento – i famosi “dati multi-sensore” che gli scienziati cercano.
Questi prossimi passi coinvolgono tecnologie già consolidate, ma richiedono il lavoro di tecnici specializzati come ingegneri meccanici e strumenti di software. È quindi necessario un sostegno filantropico o una sovvenzione per rendere SkyWatch completo, con ricevitori radar economici, elaborazione centralizzata dei dati e una strategia per sostenere la rete di ricevitori SkyWatch di proprietà privata.
Se avete la possibilità di sostenere questo importante progetto, contattate Mitch Randall all'indirizzo mitchrandall@ascendantai.com.
Durante un'intervista con Matt Ford, rilasciata il 25 ottobre 2024, Randall ha spiegato:
se un UFO fermasse la vostra auto, come abbiamo sentito accadere in passato, e voi scendeste, lo guardaste, volasse via, ma in realtà fosse anche registrato su questo sistema come dati radar, sarebbe straordinario.
Iniziative di questo tipo non sono nuove. Un altro esempio è UAP Tracker, gestito da Paul Wright, che utilizza un “radar passivo a diffusione anteriore”, reso possibile dal dongle RTL2832U V3 con il software gratuito SDR Console V3 e Spectrum Lab” su una base di osservazione Sky 360 dal 2019.
Anche il dottor John Sahr, ingegnere elettrotecnico, ha lavorato su applicazioni radar passive per il tracciamento dei droni. Il suo obiettivo è sviluppare una rete nazionale di ricevitori radar passivi VHF per la ricerca ionosferica.
La presenza di una rete di rilevatori in una determinata area aumenterebbe innegabilmente la fiducia nei racconti dei testimoni oculari.
Revisione della traduzione dall’inglese di Piero Zanaboni